Che il deserto fosse l’ultima meta del suo viaggio spirituale, il Satiro già lo sapeva; che tutti i demoni che s’erano provati a sbarrargli il passo durante l’andata si sarebbero posti come un muro sulla via del ritorno, questo non poteva aspettarselo. Il Satiro si trova presto intrappolato nella magia dei luoghi senza poter trovare alcuna via di fuga. La babele di lingue con cui comunica con gli altri arabi sembra divenire un linguaggio globale: ascolta una incredibile trasmissione radiofonica in cui due parole consecutive non sono nella stessa lingua; intuisce folli radiogiornali in cui vengono avvistati bambini armati di spade laser… Muassif semplicemente commenta: è il Sahara.
Il compagno di viaggio del Satiro, vedendolo sperduto in un mondo che non riesce a vedere, decide per una pura e semplice fuga verso Agadir: un viaggio di oltre dodici ore. Una strada che sembra fare avanti ed indietro fra le montage come in un labirinto; in questo labirinto il Satiro lentamente perde la calma verso il suo compagno e quello che rimane della sua fiducia verso Muassif. La notte è ancora insonne per il Satiro che, decide, per tornare a casa deve affrontare il più terribile fra i suoi demoni: quella mattina Muassif è la rappresentazione fisica di quel demone. La scena è efferata, il Satiro sente il cuore come tamburi di guerra e suoi arti esplodere in luminose schegge di dolore: gli occhi che guardano la stanza e la mente che vede la magia in quel momento si sovrappongono risolvendo la situazione. Qualche istante dopo il Satiro ed il suo compagno sono alla macchina: Muassif non è più con loro.
Il Satiro si affida completamente al suo compagno, rimane sperduto in conti di tocchi e di persone, in blocchi stradali e segnali segreti, in parole in codice e sigarette da fumare lentamente perchè durino un intero ciclo di tocchi… Immagina che il suo compagno veda tutto ciò che vede lui e che lo neghi solo per tranquillizzarlo. La fuga dura due giorni e due notti: la mattina del terzo giorno i due possono tornare a casa.
Bentornato nel mondo.
[…] Marrakesh Express – epilogo – […]